Se un giorno uno scienziato provasse ad unire gli spunti di alcuni degli act più interessanti della scena milanese prendendo un po’ del giovane sguardo urbano dei Coma_Cose, un po’ delle suggestive sonorità notturne dei Belize e una manciata di quello stile disincantato e malinconico tipico dei cantautori della città meneghina?
Probabilmente da questo mix verrebbe fuori un giovane cantautore di talento come Saffelli, nel quale ritroveremmo tutti gli elementi sopra descritti messi al servizio di una visione assolutamente personale che ci proponga un esempio di fresco ed originale urban pop, capace di riunire in una manciata di efficaci brani tanto l’aspetto più solare e iperattivo, quanto il lato più crespuscolare e riflessivo che rappresentano i due volti della Milano di fine anni 2010.
Questi brani ovviamente esistono davvero e fanno parte di un EP intitolato “Ossitocina”, come l’ormone dell’empatia e dei buoni sentimenti: non a caso Saffelli dichiara che questo album sia nato da un abbraccio fra immagini, musica elettronica e cantautorato contemporaneo.
Dopo una serie di ascolti ci sentiamo di confermare che la sua è davvero musica che fa bene, perché in essa viene raccontato come all’interno di una metropoli moderna e nevrotica, uno sguardo gentile possa ancora incontrare quei barlumi di umanità definiti o da suggestioni visive nate in luoghi perfettamente riconoscibili – e non propriamente poetici come le tangenziali o viale Padova -, o ancora da quei dettagli di quotidianità che riconducono ai ricordi di momenti preziosi da conservare, rendendo belli anche quei contesti che in realtà non fanno parte della Milano più “in” esaltata dai media.
Quattro brani fortemente visivi ed emozionanti attraverso i quali conoscere un nuovo autore, interessante sia per la qualità complessiva dei brani, sia per la particolare sensibilità attraverso la quale osserva la quotidianità della metropoli in cui vive.
Tracklist:
- Alaska
- Amore Miope
- Fast Food
- Una Vita e 4 Giorni