È decisamente una gran bella sorpresa il debutto di Rareș. Il giovane cantante di origine rumena, formatosi musicalmente al conservatorio di Bologna, mostra subito di fare sul serio con la pubblicazione del primo album intitolato “Curriculum Vitae”, destinato ad essere ricordato fra i migliori esordi del 2020, se non addirittura fra le top release made in Italy.
Prodotto, registrato e mixato da Marco Giudici – già al lavoro con Halfalib, Any Other, Generic Animal – tra il Vacuum Studio di Bologna ed il Cabinessence di Milano, “Curriculum Vitae” è un album essenziale e ben strutturato: dietro ad un apparente minimalismo, ci sono difatti delle ottime sonorità delicatamente rarefatte, funzionali a valorizzare la potenza e l’espressività di Rareș. Il ventiduenne cantautore si dimostra infatti una voce versatile, calda ed espressiva, già capace di mettere in mostra una personalità assai spiccata in tutte le undici canzoni del disco.
Ispirato da maestri del soul contemporaneo come Michael Kiwanuka o Sampha, ma capace allo stesso tempo di ricordarci alcuni momenti del Tiziano Ferro più raffinato, Rareș coniuga nella sua musica il British soul ad un sentimentalismo dal sapore più mediterraneo: il risultato sono alcune canzoni capaci di unire la vena pop ad una sofisticatezza che non cade mai nell’errore del manierismo. Brani come “Spalle più”, “Pallore”, “Io non ho parole più” o “Stesi” – solo per citare quelle che riteniamo delle potenziali hit radiofoniche – posseggono un’elegante orecchiabilità che le farebbe riascoltare per ore, unita ad un’immediatezza in grado di scolpire subito nella mente dell’ascoltatore melodie e ritornelli.
Intitolato con una certa umiltà “Curriculum Vitae”, il debutto di Rareș è invero una chiara dimostrazione di maturità con la quale scoprire un talento purissimo sul quale scommettiamo fin da subito.