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Ron Gallo – Peacemeal [Recensione]

A tre anni da “Stardust Birthday Party”, Ron Gallo torna con “Peacemeal”, la conferma tanto attesa del talento di questo straordinario artista americano che, disco dopo disco, sta conquistando una fetta sempre più imponente di pubblico e confermando il favore della critica.

L’album risente della voglia di prendersi una pausa dopo il lunghissimo tour del precedente album, che gli ha fatto scoprire l’amore in Italia. Ron Gallo è infatti convolato a nozze con l’artista Chiara D’Anzieri, che possiamo sentire nell’album in alcune tracce. A livello sonoro ha deciso di uscire dai confini del garage per buttarsi sulla sperimentazione di nuovi suoni che spaziano tra vari generi: hip-hop ’90, r&b, weird pop, jazz e punk che fondendosi creano la sua personalissima versione di pop, lontana mille anni luce da quello che siamo abituati ad ascoltare.

L’album è nato in uno stato di isolamento, senza sapere che in quella condizione ci sarebbe rimasto più del dovuto a causa della pandemia che successivamente si è abbattuta sulle nostre vite. Una voglia di isolamento, di stare lontano dai riflettori, che si riflette su gran parte dei brani dell’album, i quali sembrano voler raccontare una fuga dalla propria vita, giusto il tempo di prendere fiato, girare il mondo e tenersi a distanza da tutto. Musicalmente il disco mostra quella stessa ambivalenza che traspira dai testi: voglia di isolamento, ma anche di leggerezza, vacanza, divertimento.

È la scanzonata Hide (Myself Behind You) ad aprire Peacemeal, la vera hit del disco, seguita dal pop rarefatto e dreamy di “Wunday ( Crazy After Dark)”. “Can We Still Be Friends?” e “Cancelled!!!” sono un vero mashup di generi. In generale i suoni sono effettati, riff di chitarra danzano su un’elettronica mai troppo invadente. Arrangiamenti molto studiati, suoni freschi che fanno pensare alle spiagge assolate della California o a pazzi party in piscina, quello a cui forse anelava l’artista quando ha scritto l’album. I brani sono in gran parte sotto i tre minuti, tranne l’eccezione dell’ultima traccia, che invece supera i cinque. La scaletta scorre liscia come l’olio, tra brani saltellanti e altri rilassati, l’album si ascolta tutto d’un fiato e con piacere e alla fine si ha voglia di consumarlo. “Peacemeal” si pone in netto contrasto con i tempi bui che stiamo vivendo, o forse rappresenta l’effetto immediato che l’isolamento ha avuto sulle nostre vite, portando con sè la voglia di andare lontano, accendere una luce, ricordarci che il sole è lì fuori che ci aspetta, pronto a tornare a splendere per noi.

Recensione a cura di Egle Taccia

Written By

Egle è avvocato e appassionata di musica. Dirige Nonsense Mag e ha sempre un sacco di idee strambe, che a volte sembrano funzionare. Potreste incontrarla sotto i palchi dei più importanti concerti e festival d'Italia, ma anche in qualche aula di tribunale!

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