Il Management del Dolore Post-Operatorio, che non è altro che la gioia di vivere male, ritorna sui palchi con un nuovo capolavoro artistico Un incubo stupendo. Mai banale, mai uguale a se stesso, il Management del Dolore Post-Operatorio ci stordisce gli animi sempre con lo stesso carisma elettrico ammaliante e con ballate tanto musicali quanto rivoluzionarie. Perchè i MaDeDoPo non hanno mai deluso in ogni singolo disco con innovazione e semplicità e ci catapultano in quei sogni di cui ci parlano, dove non esistono le leggi della fisica, dove tutto è permesso, così come si può ballare fuori tempo, quando ci si trova tra le prime file in una delle loro feste, in bocca al palco. E al Magnolia (Segrate) i Management hanno presentato il nuovo Un incubo stupendo, abbagliandoci e lasciandoci senza fiato.
Un concerto che ha realmente spiegato un disco che a primo impatto può a tratti riportare alle sonorità dei dischi precedenti, a tratti lasciarci spaesati per le novità artistiche maturate negli anni di intensa attività live. Testi apparentemente più immediati, frasi semplici e divertite ma con sfumature ironiche, pungenti, un ritorno alle rime, che in I love you erano state messe da parte, una perfetta metrica delle parole sulla musica, chitarre dolci e sferraglianti, basso saturo da valvola, tamburi che “anche se sei morto, ti muovi”.
Il concerto al Magnolia si apre con Il mio corpo e Una canzone d’odio. La sensazione è quella di essere veramente a una festa, dove si parla con tutti, si balla con tutti, si beve con tutti. I brani sono estremamente ritmici e catartici, fin quando non arriva la sempre amata La pasticca blu e si inizia a saltare, saltare, saltare. Non c’è nemmeno il tempo di respirare, tra la gente sulla testa e il sudore in comunione, che Vieni all’inferno con me e la Scuola cimiteriale ci spezzano piacevolmente il fiato.
Amore Borghese ci riporta alla ruvidezza delle origini e Il tempo delle cose inutili nel recente universo. Le storie che finiscono male e Il vento sono la coppia perfetta per raccontarci la cruda realtà e nonostante tutto si canta l’amore per la vita e per il desiderio di qualcosa di speciale. E poi lo tsunami: Un incubo stupendo, Il mio giovane e libero amore, l’immensa Norman, Esagerare sempre.
Il Management del Dolore Post-Operatorio è l’esagerazione, il godimento, l’erotismo dei segreti e dell’incoerenza, e questo concerto è stato magnificamente esagerato, perché è meglio lasciarsi divertire ora che poi andrà a finire male, succede quasi sempre, Naufragando, qui ed ora sempre pronti alla fine del mondo. L’esagerazione nella passione, nel porno, nei bisogni dell’ammiccante Pornobisogno, lo stesso ardore maniacale citato pure nel singolo Auff!!. Ho sempre pensato a tutti i brani di Auff!! come pietre miliari, creature uniche per Romagnoli e Di Nardo, e invece sono sempre lì a stupirci, parlando di tutto e niente, arrabbiati e col sorriso, meloci e dissonanti, grezzi e attraenti. E poi Oggi chi sono, i contanti e il piacere, in un brano che è un quadro, sensuale, melodicamente dissonante nella musica, trasgressivo e ammaliante nel testo. E infine il loro inno Lasciateci divertire, punk funk dritto preciso in faccia. I MaDeDoPo ci salutano così, dopo un concerto intensissimo, la folla si dilegua con birra e sudore tra i piedi. Lasciano le orecchie e gli animi soddisfatti, le gambe morte, e la maglie grondanti, una nuova opera indiscutibile e loro così sublimi, un po’ felici e un po’ tristi, un po’ tutto assieme.
“..e siamo fieri della nostra tristezza, perché se siamo tristi è perché vogliamo qualcosa di più della solita m…”(L.Romagnoli).
Report a cura di Marco Apri
Ritratti realizzati dal vivo durante il concerto da Andrea Spinelli Art