Leggere The startup di Matteo Achilli è stato un viaggio nell’universo di un ventenne fuori dal comune. Se molti infatti possono avere idee luminose, non tutti riescono a portarle a termine, comparendo sulle copertine di prestigiose riviste di attualità ed economia, scatenando ondate di ammirazione e odio.
Il libro scritto in terza persona dal protagonista, narra un periodo in realtà molto breve, dall’ultimo anno di liceo a Roma al primo anno di università alla prestigiosa Bocconi a Milano. E il passaggio tra le due metropoli è ben scandito dal Matteo scrittore, che divide la sua prima opera narrativa in due parti. Si comincia dalla periferia romana, dal promettente futuro del diciottenne Matteo nel nuoto, inteso come strumento di fuga da un mondo che non sente appartenergli, bruscamente interrotto dalla prepotenza del figlio di un palazzinaro. La scuola per lui è soprattutto la matematica del professor Italo Storti che gli fa vedere la vita come una serie di variabili complesse, ma governabili, e la raffinata e difficile bellezza di Emma, la sua fidanzata. La cocente delusione del nuoto, la perdita di lavoro del padre contribuiscono alla nascita di Egomnia, un sistema complesso che, tramite un calcolo di punteggio basato sul merito dovrebbe metter in contatto i propri iscritti con le aziende che cercano personale.
Egomnia diventa il centro di tutto e ogni relazione esiste in sua funzione. Il trasferimento a Milano, il contatto col mondo occulto del potere non fa che esacerbare l’assoluta sete di ambizione del protagonista, ma forse nemmeno la sua determinazione al successo può fargli accettare tutto.
I temi sfiorati nel libro a partire dalla vicenda personale sono vari e un po’ stereotipati, il contrasto periferia/città, la dicotomia Roma/Milano, il conflitto tra ambizione e rapporti umani, la famigerata Crisi come motore di opportunità.
La scrittura è un po’ lenta nei primi capitoli, ma diviene sempre più ritmata ed incalzante tanto più ci si avvicina al climax della vicenda, per tornare poi più riflessiva approcciandosi al finale. Nel complesso è un libro che coinvolge e riesce a catturare l’attenzione fino alle ultime pagine.
Recensione a cura di Merilisa Canali