Il nuovo albun in studio dei Nobraino si chiama “3460608524”. Sì, è un numero di telefono e non è uno scherzo. Si tratta di una linea telefonica che verrà attivata non appena inizierà il tour della band e metterà in contatto la stessa con i suoi fan. Nell’era dei tweet, dei post, delle stories, delle menzioni sui vari social network i Nobraino tornano alla vecchia e cara telefonata. Funzionerà? Sarà vero o sarà uno scherzo? Queste risposte potremmo averle solo a tempo debito.
Ma cosa ci racconta e in che modo lo fa questo album? Il primo cambiamento è musicale: una sferzata sonora del gruppo verso il Funk, come già avevamo potuto scorgere nel singolo “Vertigine”. I suoni si sono fatti più lenti e molleggianti, la voce più calda, il basso preponderante, la chitarra più malleabile, i fiati una cornice. Questo è un album che sa di raccolta di novelle, ognuna di queste ha i suoi personaggi ma tutti hanno in comune un elemento di fondo, la difficoltà esistenziale.
Le storie che ogni brano racconta sono episodi di vita quotidiana che diventano metafore di vita. Sfilano una alla volta le maschere moderne che incarnano i temi più attuali. Il maschilismo di “La Statua”; la forza di mollare tutto avendo la forza di cambiare in “Cambiata”; il non riconoscere se stessi e vedersi diversi, come dentro un quadro non perfetto e monco di certi elementi di “Soqquadro”; o ancora l’essere padrone di se stessi e delle proprie emozioni, tema per il quale Kruger scomoda persino Freud, in “Il guinzaglio”. L’episodio di un incidente tra due macchine diviene metafora dello scontro in amore, così come la storia è nata da uno scontro, così finirà in “Constatazione amorevole”. Falsamente scanzonata, fortemente allitterata e con modi di dire buttati qua e là “Cerchi”, un motivetto che resta in testa. Se ci siamo mai chiesti cosa passa nella testa del clochard che vediamo ogni giorno, la risposta possiamo trovarla in “Centesimo”, basta poco, appunto, un centesimo. L’estate dei Nobraino non è più quella libidinosa di Bademaister ma è illusoria e fa i conti con il turismo sessuale.
Un album socialmente impegnato, forse anche troppo reale ma dal quale si evade con “Vertigine”. Si sente la mancanza di quell’atteggiamento scanzonato tipico del gruppo che forse avrebbe reso il disco meno mono tono.
Federica Monello