Tornano i Selton e lo fanno con il loro “Manifesto Tropicale”, che già dal titolo svela il contenuto del disco. Una bella vacanza ai Tropici, in perfetto stile Selton, che ci fa venire voglia di mare, di sole e di vacanze, anche se ci troviamo in mezzo alla pioggia di un lunedì uggioso. Perché in fondo la ricetta dei Selton è semplice, far tornare il sole dove il sole non c’è, raccontandoci una malinconia intrisa di tenerezza, ma anche la voglia di mandare a quel paese qualcuno che ti cerca per sentirsi al sicuro.
È un viaggio che attraversa generi diversi, ma lo fa con la loro inconfondibile impronta; un album che vede le proprie radici nella musica brasiliana, contaminata da viaggi intorno al mondo e modernizzata nei suoni, che mostrano un’attenta dose di elettronica, rispettosa nei confronti degli strumenti utilizzati. I Selton ci parlano in varie lingue, inventandosi il “seltonese”, un mix di linguaggi e accenti, che ove non è comprensibile nelle parole, lo diventa grazie alla musica.
Al suo interno ci sono sia singoloni pop come “Cuoricinici”, “Terraferma” e “Luna in Riviera”, che pezzi di cuore come “Jael” e “Stella Rossa”, che conquistano per le melodie calde e avvolgenti. Belli i giochi di parole linguistici che ritroviamo in brani più giocosi come “Tupi Or Not Tupi”, dai ritmi tribali, che si alternano ad atmosfere ovattate come quelle del “Lunedì”.
“Manifesto Tropicale” è un disco dolce, che racconta i sentimenti con tanta delicatezza, che parla di fughe, di amore, di saudade, di Milano vista con occhi stranieri, di mamme rassegnate ad amarci da lontano.
Vi consiglio di chiudere a chiave la porta quando ascoltate “Manifesto Tropicale”. Non vorrei che qualcuno vi sorprendesse a ballare in maniera sensuale abbracciati a un cuscino!
Recensione a cura di Egle Taccia