Le memorie dell’acqua è il disco d’esordio del cantautore bolognese Pierpaolo Marconcini, in arte Lo Yeti. Un lavoro sospeso tra cantautorato italiano e alternative rock, scritto interamente dall’artista stesso.
Ad unire le 9 tracce è l’acqua, l’acqua che come un leitmotiv riecheggia con forme ogni volta diverse, attraverso lacrime, mari, neve o bolle di sapone rivelando diversi stati d’animo. Testi ricercati, malinconici ma accarezzati da una sana ironia e accompagnati da una fusione di melodie elettroniche, brit-rock e cantautorato moderno.
La tracklist si apre con Santa madre dei miracoli, un brano dal sapore funky soul in cui la voce sensuale del cantautore mette ancora più in risalto il cinismo con cui viene raccontato un tradimento. Questo disco merita un ascolto lungo e attento, in quanto ogni pezzo si svela in maniera graduale. Tra quelli assolutamente degni di nota troviamo Amore Bufalo, primo singolo estratto, la vulnerabilità spiegata attraverso una metafora, quella tra il bufalo e il cambiamento. Il rock ipnotico e le chitarre acide rendono bene l’idea. Anidride andrebbe definito un vero viaggio sensoriale, mentre La nostra rivoluzione richiama sì i Beatles ma ci rende anche pienamente consapevoli delle capacità compositive de Lo Yeti. Seppur potrebbe passare in sordina per quel minuto e mezzo risicato, merita particolare attenzione anche Sotto effetto della luna con le peculiarità che emergono dai colori opposti messi a confronto.
“Le memorie dell’acqua” è un disco curato nei minimi dettagli (onore anche alla preziosa collaborazione di Marco Milani e Pierluigi Ballarin), coerente nel suo sapersi raccontare con estrema trasparenza, proprio come l’acqua.
Ci troviamo di fronte ad un evidente talento e questo è solo il primo album…
Recensione a cura di Cinzia Canali