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No Review

No Review – Old Fashioned Lover Boy: Our Life Will Be Made Of Simple Things

La malinconia e la cura di un sound che, nonostante appartenga al nostro Paese, attinge a piene mani alla scuola alt-folk USA.

Come ha detto Iron & Wine, uno che Alessandro Panzeri aka OFLB, conosce benissimo: “Non è una roba che suoni col click nelle orecchie: devi metterci l’anima”. L’anima nell’ultimo disco di Old Fashioned Lover Boy si percepisce grazie ad un sapiente uso delle distorsioni, degli arpeggi e dell’uso della chitarra in generale.

Il disco scivola tra le atmosfere tipiche della nuova ondata folk (primi Bon Iver, Wilco) e dei veri e propri sbocchi cantautoriali.

Nel lavoro c’è una vera descrizione di una routine che pur risultando interessante, ben eseguita, non riesce a far schizzare l’ascoltatore sulla sedia. È un disco da whisky, caminetto, coperta, non c’è un guizzo che mette voglia di lanciarsi nelle fiamme del camino, ma non per questo il lavoro manca di cura.

Il sound porta l’ascoltatore in una Swamplandia, terra fantastica legata ad un romanzo di Karen Russel, che manca però di magia. Il lavoro di OFLB non ha bisogno di rituali magici per raccontare una perdita, una storia, una malinconia, ma si lega alla propria pelle, all’orecchio.

In tante lingue il libro è stato tradotto come “La terra degli alligatori” e Panzeri effettivamente con questo disco, muovendosi nel genere dell’alt-country, gioca proprio con i caimani e con un sound che è difficile reinventare lì dove la banalità è dietro l’angolo.

OFLB ci riesce in parte, grazie a delle accelerazioni ritmiche e al buon lavoro sulla costruzione degli arrangiamenti. Il miglior pezzo dell’album è Oh My Love, dove viene fuori una vera maturità nel suono dell’artista rispetto al primo lavoro, The Iceberg Theory.

Bowling Green è una ballata interessantissima, piena di spunti e intuizioni musicali da non perdere.

Durante l’ascolto del disco ho avuto una visione per un futuro featuring tra OFLB e la giovane songwriter Molly Burch, che è riuscita a svecchiare le sedute atmosfere del folk.

La maturità nel suono c’è, basta ancora poco per trovare una vera identità, forse manca la magia che in Swamplandia si può trovare, in fondo si tratta di uno dei romanzi di formazione più importanti degli ultimi anni, e proprio davanti ad un prodotto del genere siamo speranzosi per una futura crescita. Anche se il presente è già molto interessante e ben strutturato.

 

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