Passato e presente, le radici della terra d’origine ed un vento irrequieto che lo porta a viaggiare per il mondo, trascinato da un desiderio di conoscenza e scoperta ispirato dalla musica e dalla letteratura: sono questi gli elementi che hanno portato alla composizione di “Un altro equilibrio”, terzo atteso capitolo della discografia di Alessandro Sipolo, cantautore classe 1986 originario della provincia di Brescia.
Ispirato dalla tradizione folk italiana e dalla musica di De André – non a caso il suo debutto fu prodotto da quel Giorgio Cordini storico chitarrista di Faber – Sipolo ha intrapreso negli anni un percorso improntato su una musica di qualità, caratterizzata da un forte impegno che lo ha portato a parlare di temi come immigrazione, identità, crisi economica e di valori, attraverso un folk cantautoriale mai chiuso in se stesso ed aperto ai più svariati generi (country, blues, samba…).
Dotata di un timbro caldo e profondo, la voce di Alessandro si presta molto alla narrazione di storie, ed il lavoro svolto in questo terzo disco ci mostra un cantautore nel pieno della propria maturità ed espressività: “Un altro equilibrio” è infatti un importante romanzo divenuto canzone, nel quale l’artista ancora una volta parte per un viaggio attorno al mondo, lasciandosi contaminare dalle tante tradizioni musicali e storie incontrate lungo il proprio cammino, coinvolgendo l’ascoltatore al punto da non limitarsi a fargli credere di star leggendo un diario di viaggio, ma facendo rivivere nella sua mente queste dieci storie come se si trovasse ad assistervi in prima persona.
Innamorato del mondo e con sguardo aperto e curioso, l’artista ci invita a seguirlo conducendoci verso regioni remote e sconosciute ai più come il Dong Van, distretto ancor oggi incontaminato nell’estremo nord del Vietnam, per poi seguire le avventure dell’esploratore Marco Berni, capace di attraversare l’Alaska a piedi (“Ventotto giorni e quattro ore” fu il tempo impiegato per l’impresa), attraversare la frontiera messicana trovandosi nei guai e scoprendo per giunta che Trump è appena stato eletto presidente (“La deriva”) e giungere in Senegal ai tempi della liberazione dal colonialismo francese (“Tirailleurs”).
Un viaggio che si snoda anche attraverso luoghi dell’anima illustrati nei romanzi di Calvino – meraviglioso è il modo in cui Sipolo dipinge in musica “Le città invisibili” del grande scrittore italiano -, Jack London, Frantz Fanon e Albert Camus, quest’ultimo la conclusiva ed emblematica “Sisifo”, perfetta metafora del peso dell’esistenza e del desiderio ostinato di continuare a perseguire il proprio ideale.
Un viaggio in cui, tuttavia, resta indispensabile l’apporto delle proprie radici, con la title track che immagina un dialogo fra padre e figlio e trae ispirazione dalla fotografia utilizzata per l’artwork, che ritrae proprio il padre di Alessandro, e dell’amore come forza capace di dare consolazione, energia e vita anche quando la persona amata è lontana (la dolce “Mostar”).
Opera suggestiva e carica di pathos evocativo, “Un altro equilibrio” è un album che ha tutte le potenzialità per far scoprire anche al grande pubblico il talento di Alessandro Sipolo, autore degno di essere scoperto da una più ampia platea vuoi per la bravura, vuoi per la volontà di risvegliare il nostro lato più umano, toccandoci nel profondo con la bellezza e la suggestività delle sue storie.
Tracklist:
- M’innamora il mondo
- Dong Van
- Ventotto giorni quattro ore
- Le città invisibili
- Lo sciamano bianco
- Un altro equilibrio
- La deriva
- Mostar
- Tirailleurs
- Sisifo