Uscito il 2 settembre per Believe Digital Italia, il nuovo lavoro dell’irlandese James Vincent McMorrow, intitolato “We Move”, è un album che può considerarsi internazionale sotto tutti i punti di vista: come luogo di collocazione, visto che è nato tra Toronto, Dublino e Londra, dopo alcuni viaggi dell’artista tra Barcellona e Los Angeles e dal punto di vista della produzione, dato che vanta dei nomi di tutto rispetto come Nineteen85 (Drake), Two Inch Punch (Years & Years), Frank Dukes (Kayne West) e Jimmy Douglass (Timbaland).
Il terzo lavoro di James Vincent McMorrow è un concentrato di perfezione. Suoni caldi, un’elettronica ben dosata, un alt-r&b di altissimo livello e una voce ricca di virtuosismi.L’album si ascolta tutto d’un fiato, senza cali stilistici, convincendo sempre più, pezzo dopo pezzo.
Secondo l’autore “We Move” celebra le fragilità umane, insegnandoci ad andare avanti con la nostra vita. Un album di speranza, molto intimo, che tocca le corde più profonde del nostro cuore. Un disco caldo, che coccola le nostre orecchie per tutta la sua durata.
Sembra che dopo aver viaggiato tra Barcellona, Canada e Los Angeles, l’artista abbia deciso di chiedere aiuto nella produzione e di avere più pareri su quella che sarebbe stata la direzione dell’album. Evidentemente è stata la scelta vincente, visto che ne è venuto fuori un album molto intenso e curatissimo nei suoni.
Il focus su cui si incentra, il messaggio che vuole trasmettere, è di tenere stretto ciò che si vuole accanto e di lasciare andare ciò che invece non ci appartiene più. Una bella lezione di vita, che parla di crescita, di cambiamenti emotivi, di viaggi e del nostro ruolo nel definire il futuro.
In questo album l’artista parla molto di sé, della sua vita privata, dei suoi trascorsi ospedalieri a causa di disturbi alimentari. È un album sincero, un voler mettere a nudo la propria anima e lasciarla fluire attraverso una voce calda, che ha portato spesso McMorrow ad essere paragonato a Bon Iver e James Blake.
Con Rising Water l’artista ci spinge ad abbandonare la nostra macchina in mezzo al nulla e di seguirlo nella sua vita. I Lie Awake Every Night ci avvolge con due domande che ci saremo posti almeno una volta nella vita: “Have you come here to save me? Have you come here to waste my time again?”. È uno dei brani più interessanti di “We Move”, in cui le doti vocali dell’artista ci raggiungono dritte al cuore. Altro brano da segnalare è One Thousand Times, in cui una batteria scandisce il tempo di un’estate che è finita e di un novembre che col suo freddo ci fa realizzare cosa sia veramente importante. Altro brano in cui elettronica e r’n’b si fondono alla perfezione è Evil. Il ticchettio di Seek Another ci porta verso il finale con la delicatissima Surreal e la struggente Lost Angles.
Che dire! “We Move” è un gran bel lavoro, complesso, dotato di una forte emotività, che riesce a coinvolgere, sconvolgere ed ammaliare l’ascoltatore per tutta la durata dell’ascolto.
Recensione a cura di Egle Taccia