Da qualche mese ho iniziato e recensire serie TV. Mi è capitata l’opportunità un po’ per caso, e devo dire che è una cosa che mi sta piacendo parecchio.
Finora non mi sono mai soffermata su un film o su un libro, ma ho pensato di voler recensire la mia saga preferita: Harry Potter.
Sono fan dei libri di J.K. Rowling praticamente da sempre, ma voglio concentrarmi maggiormente sui film. Come spesso accade, dopo aver letto un libro, si resta delusi dalla conseguente trasposizione cinematografica.
Molti fan restano fedeli ai testi, altri trovano i film altrettanto straordinari. Io, ad esempio, faccio parte di questa piccola parte. Sono una di quelle poche persone che adora vedere sullo schermo i personaggi di un libro, mi piace capire se i volti degli attori scelti saranno simili all’idea che di loro mi ero fatta sfogliando le pagine.
Credo che, nel caso specifico di Harry Potter, non tutti i personaggi siano identici alle descrizioni della scrittrice, ma i registi sono stati in grado, comunque, di rappresentare al meglio ciò che l’autrice aveva immaginato.
Come molti sanno, la saga narra le avventure del giovane Harry, un mago orfano che, dopo aver scoperto la sua vera natura, approda a Hogwarts, la scuola di magia e stregoneria più importante d’Inghilterra. Qui incontra Ron e Hermione, che presto diverranno i suoi migliori amici.
Inizierò con “La Pietra Filosofale”. Si tratta, ovviamente, del primo film della saga. Avevo appena 9 anni, andai al cinema con i miei genitori, ma arrivammo in ritardo di qualche minuto e il film era già iniziato.
Da quel momento la magia colpì il mio cuore e, ad oggi, non mi ha ancora abbandonata.
I protagonisti affrontano paure, nemici, mettendo a nudo le loro tenere emozioni.
Harry scopre la sua storia e quella dei suoi genitori, comprende come davvero siano morti e chi ne sia stato l’artefice. Così, nonostante la rabbia, spinto dal supporto dei suoi amici, sceglie la via del bene e di sconfiggere l’Oscuro Signore che minaccia il mondo magico.
Chris Columbus diresse i primi due film e, rendendo le ambientazioni calde e colorate, riuscì a conferire un’atmosfera armoniosa ai film.
È proprio grazie ai suoi paesaggi, che siamo riusciti ad amare così tanto il castello di Hogwarts e le sue verdi colline.
A rendere il tutto ulteriormente fantastico è, ovviamente, il cast d’eccezione. Attori come Alan Rickman, Richard Harris, Maggie Smith aggiungono valore alle rappresentazioni.
Delle note di merito vanno assegnate anche ai tre piccoli protagonisti: Daniel Jacob Radcliffe nei panni di Harry Potter; Emma Charlotte Duerre Watson come Hermione Granger e infine, ma non per importanza, Rupert Alexander Grint come Ronald Weasley. L’affinità dei giovani attori sul set ha fatto sì che il loro rapporto risultasse ancora più autentico e che il pubblico si affezionasse maggiormente ai personaggi. Da non sottovalutare le qualità di Tom Andrew Felton e Matthew David Lewis, rispettivamente Draco Malfoy e Neville Longbottom.
Personalmente, ritengo che uno dei principali fattori che appassiona i fan, al di là della storia, degli incantesimi, dei lunghi corridoi e delle tavole imbandite a festa, sia l’assegnazione degli studenti alle varie case.
Gli alunni di Hogwarts al loro arrivo a scuola, durante il primo anno, sono assegnati ad una delle quattro case storiche della scuola: Grifondoro, Tassorosso, Corvonero e Serpeverde. Grazie a un cappello magico, “Il cappello parlante”, si stabilisce quale sarà la loro dimora; ciascuna di esse con un proprio colore, dormitorio e anche con un fantasma personale. I ragazzi, così, si sentono parte di una famiglia.
Credo che questa sia una delle saghe più belle degli ultimi tempi. J.K. Rowling, con la sua fantasia e con la sua mente brillante ci ha regalato un universo in cui immergersi quando più se ne ha bisogno e quando si vuole evadere dalla realtà che ci circonda.