È uscito a maggio, per La Tempesta Dischi, Il grande freddo, il nuovo album di Claudio Lolli. Un ritorno alle origini e alla collaborazione con i componenti degli Zingari Felici, ma soprattutto un ritorno attesissimo per un artista considerato uno dei cantautori più significativi della musica italiana. Un disco, realizzato grazie ad una campagna di crowdfunding, poetico e “cinematografico” a partire dal titolo stesso che richiama il film di Lawrence Kasdan del 1983.
Qual è il filo conduttore di questi nove brani?
Il filo conduttore vorrebbe essere il racconto dei nostri gelidi giorni, pieni di muri e di fili spinati, di migranti annegati, di sogni negati, di figli abbandonati e disperati, di mondi cambiati e non ancora capiti, di futuri slegati da presenti negati…Scusa la rima…
In questo nuovo progetto discografico sei tornato a collaborare con Danilo Tomasetta e Roberto Soldati, ovvero il nucleo degli Zingari Felici. Raccontaci qualcosa di questa collaborazione.
Incontrarsi una volta nella vita è un caso, due volte è destino.
“Il grande freddo” arriva a distanza di nove anni da “Lovesongs”. Cosa ti ha spinto ad avventurarti nella realizzazione di questo disco?
Potrebbe chiamarsi delirio senile. In realtà non lo so. Per me nove anni, da un punto di vista realizzativo, non sono molti. Devo pensare a lungo, meditare a lungo. Poi le canzoni vengono a bussare alla mia porta e, se posso, le registro.
L’artwork di copertina è ad opera dell’artista salentino Enzo De Giorgi, che ha creato anche delle finestre pittoriche illustrando ogni traccia…
Enzo è un grande ed è un grandissimo valore aggiunto a questo lavoro, lo ringrazio di cuore.
Come vedi il cantautorato d’oggi? C’è qualche artista, tra le nuove leve, che trovi interessante?
Non so se esista un cantautorato d’oggi, francamente mi sento un po’ come un panda in via di estinzione che ha bisogno di un luogo protetto ma tutti i ragazzi sono interessanti e degni di essere ascoltati. Chi ha voglia di raccontare qualcosa con musica e parole ha già capito qualcosa di fondamentale e cioè che la vita senza qualcuno che la racconta perde molto di valore.
Bologna che ruolo ha nella composizione dei tuoi brani?
Bologna è un luogo dell’anima, è il luogo della mia anima, indipendentemente da quello che succede entro le sue mura.
Intervista a cura di Cinzia Canali