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No Interview

No Interview – “Wayfaring”, altra prova di grande talento per Francesco Taskayali

Un talento indiscusso. La promessa del pianismo internazionale, compositore, ma anche giovane cittadino del mondo. Stiamo parlando di Francesco Taskayali. Il 19 maggio uscirà il suo nuovo album, Wayfaring, quarto lavoro in studio e primo per l’etichetta INRI CLASSIC, nata dalla collaborazione tra Warner Music Italy e INRI.

Il disco verrà presentato in occasione di Piano City a Milano e negli instore presso laFeltrinelli di Milano (19 maggio), Latina (24 maggio) e Roma (29 maggio).

 

 

 

Sei molto giovane, eppure, nel leggere la tua biografia, si rimane basiti. Già al quarto album, reduce da tour internazionali, prestigiosi riconoscimenti, collaborazioni importanti e potremmo andare avanti… come vivi tutto questo?

L’ho sempre vissuto con passione e ancora oggi è così. Nei momenti più luminosi e in quelli più neri c’è stata la passione a farmi da guida. La musica mi ha dato la fortuna di poter vedere quattro continenti, di potermi confrontare con altre culture, con altri modi di vivere. Ad oggi penso che solo un pazzo seguirebbe le sue passioni, viviamo in una società complicata quindi mi ritengo molto fortunato.

 

 

“Wayfaring” è il titolo del nuovo disco, in cui, ancora una volta, ti sei messo in gioco, dimostrando che non si smette mai di maturare. In alcuni brani, ad accompagnare il suono del pianoforte, troviamo quello degli strumenti a corda della cultura mediterranea e mediorientale o quello delle batterie elettroniche e dei sintetizzatori.

Per tutta la parte arrangiata devo ringraziare Ale Bavo: ci siamo chiusi in studio tra Torino e Chivasso per molti giorni, cercando di capire dove volevamo arrivare. Precedentemente avevo composto per orchestra ma mai è stato così divertente! L’idea era di fare dei brani arrangiati energici che trasmettessero tanta forza e che nascessero da un’unione di intenti. Riascoltando “Cihangir” direi che l’esperimento è riuscito!

 

 

Qual è il filo conduttore di questo lavoro? 

Uno dei fili conduttori di “Wayfaring” è ancora una volta Istanbul, in brani come “Cihangir” e “Bazar”. Il ricordo di una città che non smetterò mai di visitare, e spero un giorno di tornare a viverci. Poi c’è “Emel”, una persona di Istanbul dalla storia difficile che mi aveva già ispirato nel brano “Renaissance”, contenuto nel terzo disco, e che in questo mi è servita come fonte d’ispirazione per altri tre: “Taksim”, “3Am” e “Emel”. Un altro filo conduttore sono i viaggi come in “Vienna” e “Black Sea”. E’ un disco a più capitoli, ci sono viaggi, persone, immagini e colori che mi sono rimasti nella mente e nel cuore in questi due anni di lavoro.

 

 

“Cihangir” è il brano scelto come anticipazione dell’album ed è anche il nome di un quartiere di Istanbul dove hai vissuto diversi anni. Com’è nato il pezzo?

La parte pianistica è nata la scorsa estate a Latina, mentre cercavo di chiudere il disco. “Cihangir” non era la mia prima scelta come singolo, ma facendo ascoltare le bozze delle registrazioni agli amici mi dicevano che proprio “Cihangir” era il loro preferito. Così ho deciso di lavorarci su con Ale Bavo per creare qualcosa di diverso. Nel quartiere di Cihangir ho vissuto tutta la mia infanzia e parte dell’adolescenza, per me il brano è la colonna sonora di quel posto. E’ la collina più alta di Istanbul da dove si vede tutto il Bosforo, è la residenza di artisti, poeti e anarchici. Non era raro vedere Ozpetek o il premio Nobel Orhan Pamuk aggirarsi per le sue vie. Sogno un giorno di poter tornare a viverci.

 

 

Pianista e compositore, ma anche un vero e proprio cittadino del mondo. Quanta ispirazione trai dai viaggi e dalle varie culture con le quali ti scontri?

Ho iniziato a viaggiare costantemente da quando avevo 21 anni. Viaggiare è anche formarsi, all’epoca più viaggiavo e più tornavo silenzioso… sono viaggi che ti restano dentro, come tutti quelli nel terzo mondo. Torni a casa da esperienze simili con un grande silenzio, sognando un posto migliore per tutti. Forse è una fortuna aver viaggiato da solo, permette di calarsi subito dentro altre civiltà senza avere accanto riferimenti alla tua patria. Avendo due genitori di nazionalità diverse non mi sono mai sentito né di uno né dell’altro paese, ma parte di qualcosa di più grande: l’umanità.

 

 

“Wayfaring” è il primo album con la INRI CLASSIC. Cosa puoi raccontarci riguardo a questa nuova collaborazione?

Ho appena iniziato, è un team energico fatto di persone in gamba. Spero di portare a termine con loro una lunga collaborazione in Italia e all’estero.

 

 

Cosa rappresenta per te il pianoforte?

Per analogia è come un diario, è quello strumento che mi fa stare bene, ho un rapporto abbastanza viscerale con il pianoforte, sto male quando non suono e mi sento libero quando finisco di suonarlo. E’ da 20 anni un compagno della mia vita, nei momenti felici e in quelli più neri.

 

 

Intervista a cura di Cinzia Canali

 

 

 

Written By

Cinzia Canali nasce a Forlì nel 1984. Dopo gli studi, si appresta a svolgere qualunque tipo di lavoro, ama scrivere e ha la casa invasa dai libri. La musica è la sua passione più grande. Gira da sempre l'Italia per seguire più live possibili, la definisce la miglior cura contro qualsiasi problema.

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