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No New – Matteo Fiorino e il messaggio anticattolico di “Madrigale”

Sono passati due anni dal disco d’esordio “Il masochismo provoca dipendenza” e siamo tutti curiosi di ascoltare il nuovo album di Matteo Fiorino. Il singolo che lo anticipa, Madrigale, promette cose belle. Video girato da Mezzacapa, featuring con Iosonouncane e un sound sicuramente più internazionale rispetto al precedente lavoro.

 

Il madrigale è una composizione musicale o lirica dal contenuto rustico o pastorale. Rendici meno ignoranti e spiegaci meglio di cosa si tratta.

Stavi andando bene! Il madrigale in origine era una composizione dal contenuto rustico o pastorale, per lo più a due voci. I primi risalgono al Trecento ed erano composti in endecasillabi, proprio come la Divina Commedia, e pare che già Dante Alighieri scrivesse delle liriche destinate ad essere musicate.
Concettualmente questa canzone riprende le forme del madrigale trecentesco, dato che il testo è quasi interamente composto in endecasillabi con rime baciate ed è cantato per buona parte a due voci. Il contenuto, se non esattamente rustico e pastorale, è in ogni caso abbastanza profano.

 

Nel videoclip fantastico girato da Mezzacapa che, se non erro, aveva già lavorato con te, troviamo anche la ricomposizione in chiave sarcastica di alcuni ex-voto. Come siete arrivati a questa scelta?

Con Mezzacapa ci si conosce ormai da anni. Avevamo lavorato assieme per il video de L’esca per le acciughe. Quella di ricorrere agli ex-voto è stata una scelta inconscia. Mezzacapa ha preso spunto da quelli dipinti da Frida Kahlo e ne ha ribaltato lo scopo fino al paradosso, rendendoli più funzionali al rimpianto di un’insalata di mare mancata, che ad una grazia ricevuta. La scelta apparentemente blasfema di ricomporre questi ex-voto in chiave sarcastica è totalmente in linea con il messaggio anti-morale della canzone: la volgarità non sta tanto nel grottesco o nel turpiloquio, quanto nella superficialità di certi processi mentali.

 

 

Un brano permeato da un pensiero agnostico. Cosa vuoi dirci al riguardo? Non trovi che la religione cattolica sia insita nella nostra cultura tanto da non rendersene quasi nemmeno più conto?

La canzone parla proprio di questo. Il messaggio agnostico di cui è permeata ha la funzione di destare le coscienze e renderle consapevoli del proprio inconscio, un inconscio notoriamente soffocato dal retaggio secolare di una morale cattolica indotta. Solo partendo da queste premesse possiamo resettare la nostra spiritualità per destinarla ad altre forme di fede, più focalizzate sull’armonia interiore, piuttosto che su un controllo sociale mascherato da misericordia. Perché è indubbio che l’uomo abbia un bisogno innato di coltivare una propria spiritualità. In tutto ciò, sarebbe già un lusso riuscire a convertirsi alla vita…

 

Il featuring con Iosonouncane com’è nato?

Ho pensato per la prima volta a un suo intervento tre anni fa, quando avevo iniziato a scrivere le prime bozze di Madrigale. Mi immaginavo un solo di synth sul finale e pensavo che, se l’avessi mai incisa, Jacopo sarebbe stata la persona giusta per quel solo. Non era ancora uscito DIE, e conoscevo Iosonouncane per il primo disco, La macarena su Roma. Già allora avevo parecchia stima del suo lavoro. Poi l’estate scorsa, durante le registrazioni del nuovo disco, è stato il produttore artistico Nicola Baronti, folgorato dall’ascolto di DIE, a suggerire che Jacopo intervenisse su un brano del disco. Così gli abbiamo proposto tre brani, tra cui “Madrigale”. Lui ha scelto esattamente quello e ha suonato di tutto!

 

Madrigale” anticipa la pubblicazione di un album. Quando potremo ascoltarlo? Cosa puoi raccontarci di questo nuovo lavoro?

Posso dirvi che per questo nuovo lavoro mi sono affidato a Nicola Baronti, un bravissimo produttore che ricorda, per alcuni aspetti, il produttore vampiro protagonista di Only lovers left alive di Jim Jarmusch. Con Nicola abbiamo lavorato soprattutto a togliere la patina cantautorale del primo album e a costruire delle sonorità più internazionali, più da band, orientandoci tra modelli inglesi, americani e italiani, tra psichedelia, elettronica e black music. “Madrigale” è un esempio lampante di questo cambiamento di rotta. Per quanto riguarda la data di uscita, preferisco che rimanga un mistero, dato che lo è anche per me!

 

Negli ultimi anni hai aperto i concerti di Niccolò Fabi, Giovanni Truppi, Zen Circus…rappresentanti di una scena musicale italiana assolutamente degna di nota…cosa ti hanno lasciato queste esperienze?

L’apertura più importante è stata quella agli Zen Circus, al TPO di Bologna. Era la prima data del nuovo tour ed era sold-out. Mi sono ritrovato sul palco da solo, davanti a più di mille persone. Non ti nascondo che prima di iniziare non ero proprio tranquillo. Poi, una volta salito sul palco, sono stato investito da un applauso gigantesco. Sembrava un’onda. Così ho deciso di approfittarne per fare un po’ di surf! Si trattava ovviamente di un applauso di incoraggiamento, un applauso sulla fiducia, ma è stato determinante per gestire l’emozione, per avere fiducia in me stesso e godermi al massimo quel momento. Merito anche degli Zen che nel backstage sono stati davvero ospitali ed amichevoli.

 

 

Intervista a cura di Cinzia Canali

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Cinzia Canali nasce a Forlì nel 1984. Dopo gli studi, si appresta a svolgere qualunque tipo di lavoro, ama scrivere e ha la casa invasa dai libri. La musica è la sua passione più grande. Gira da sempre l'Italia per seguire più live possibili, la definisce la miglior cura contro qualsiasi problema.

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