È uscito a inizio maggio Ninnenanne, il secondo album del cantautore romano VonDatty. Un lavoro, iniziato con il disco “Diavolerie” (2012) e proseguito con “Madrigali” (2014), che chiude di fatto la cosiddetta “Trilogia della notte”, nata dall’esigenza di riassumere in tre opere differenti, ma unite da un filo conduttore, lo sviluppo, la crescita e l’evoluzione della forma-canzone nel progetto VonDatty.
A cosa è dovuta la scelta di realizzare una trilogia?
L’idea della Trilogia nasce dalla necessità di raccontare una fetta della mia vita, in questo caso cinque anni, in un’opera più vasta. Era anche un modo per poter analizzare la mia crescita, in seguito, riascoltando i tre dischi. Per capire dove sono arrivato.
Qual è il tema principale di queste tre opere?
Potrei rispondere la notte, ma non è così, la notte è stata solo la cornice della scrittura delle canzoni. Nelle canzoni c’è solo il mio vissuto.
In “Ninne nanne” la rabbia di “Madrigali” si è tramutata in consapevolezza…
Sì, negli ultimi anni “consapevolezza” è diventata la mia parola guida. Amo ancora molto “Madrigali” ma riascoltando mi rendo conto di quanto in me è cambiato nel lasso di tempo tra i due dischi e riguardo quello che ti ho detto prima devo ammettere che la missione è compiuta.
“La voglia maniacale con cui spesso pretendiamo di essere compresi, di essere capiti per ritrovarci poi finiti” canti nel brano “Grigio perla”. Cosa puoi raccontarci a proposito di questo pezzo?
Era un momento abbastanza particolare, quello in cui è nata “Grigio perla”, ho sentito istintivamente la voglia di scriverne e il testo è venuto fuori di getto. Riguardo la frase che hai citato, la pretesa di “essere capiti” l’ho sempre vista più come un capriccio che altro, non amo molto l’autocommiserazione, credo che un rapporto sincero tra due persone, qualsiasi esso sia debba prescindere da queste cose.
In “La pietà”, invece, parli di quanto sia umiliante essere oggetto di questo sentimento da parte degli altri.
Sì, già nell’incipit del brano prendo le distanze anche dal concetto cristiano di pietà, quella frase è nata prima del resto delle parole, che poi hanno preso ben altra piega, analizzando il sentimento di “pietà”, dall’ angolature di una storia d’amore.
Da quanto traspare dai brani della “Trilogia della notte” il tuo rapporto con il sonno non è dei migliori. Sarà che mi identifico molto in tutto ciò, devo chiederti per forza come procede il tuo rapporto con Morfeo.
Sarò abbastanza sintetico qui, va sempre peggio.
Intervista a cura di Cinzia Canali