Un periodo di lavorazione lungo circa due anni, il risultato è un disco per certi versi ostico, che va ascoltato più volte per poterlo realmente apprezzare in tutte le sue molteplici sfaccettature. Di chi stiamo parlando? Loro sono gli Shijo x e il titolo del nuovo album è Odd Times, uscito il 5 maggio scorso. Li abbiamo intervistati per scoprire con più attenzione cosa si nasconde dietro questo terzo album in cui si innestano, chiaramente, anche le esperienze che la band ha collezionato sui palchi italiani ed europei.
Iniziamo subito dal titolo, “Odd times”. Com’è nato?
Il nome, ma anche l’idea di fondo, sono nati in corso d’opera. Mentre lavoravamo sui nuovi brani ci siamo resi conto che istintivamente ci stavamo dirigendo su tempi dispari e sbilenchi, che esprimevano meglio uno stato d’animo di disequilibrio. Anche il voler approfondire questo stato d’animo, però, non è stato chiaro da subito, ma si è delineato a poco a poco in ogni canzone. “Odd”, quindi, esprime sia il concetto di “dispari” sia quello figurato di “strano”. A livello personale, i tempi strani sono quelli in cui non si è a fuoco sia nei confronti di se stessi che degli altri; a livello generale, d’altro canto, l’instabilità è parte integrante del mondo in cui viviamo.
Che impronta avete voluto dare a questo nuovo lavoro discografico?
Quando cominciamo a lavorare su nuovi brani abbiamo molte idee e molto confuse! In realtà non ci prefiggiamo un obiettivo musicale ben preciso, o meglio l’idea è sempre quella di partorire qualcosa che ci soddisfi pienamente, ma non sappiamo mai quale sarà il punto d’arrivo. Siamo maniacali nella fase di stesura e chiusura dei brani per raggiungere la perfetta quadratura del cerchio, ma l’obiettivo è sempre quello di dare vita ad un brano che ci piaccia e ci rappresenti, indipendentemente da quale sarà l’impronta musicale che assumerà.
“Spiral” è il primo singolo estratto, un circolo vizioso da cui non si riesce a trovare una via d’uscita…
Sì! “Spiral” è proprio questo, sia a livello musicale che testuale, infatti, racconta una condizione di disequilibrio stabile. È un loop continuo dal quale non si riesce ad uscire, è una condizione di immobilità estrema che contrasta con un continuo dimenarsi per trovare la via d’uscita. Anche a livello musicale, sebbene la canzone sia strutturata su dei loop che si alternano e si ripetono, questi frammenti tra di loro sono molto diversi e contraddittori. È la prima canzone che abbiamo scritto per “Odd Times” e forse anche la più scura di tutto il disco, abbiamo osato con le sonorità e con l’utilizzo della voce e, a dispetto dell’instabilità, dal vivo ci trasmette un’incredibile energia…speriamo sia lo stesso anche per chi ascolta!
“Tear” e “Drop”, invece, sono due brani i cui testi sono praticamente identici ma, grazie ad alcuni accorgimenti e agli arrangiamenti diversi, danno vita ad un risultato inaspettato. Raccontateci meglio questa scelta curiosa.
“Tear” e “Drop” rappresentano un’altra lettura dell’instabilità. Qualunque realtà può essere letta in modi diversi e se questo, da un lato azzera le certezze e genera incertezza, dall’altro fornisce infinite possibilità. L’idea era quella di provare a dare vita a due canzoni molto simili ma completamente diverse dal punto di vista del risultato finale. In questo senso anche i due titoli possono essere letti separatamente o come un’unica parola. Si passa, quindi, da una condizione all’altra senza rendersi conto del percorso in atto, o si reagisce in modo profondamente diverso allo stesso input in momenti differenti. Le due canzoni sono dunque in continua osmosi, anche se ad un primo ascolto sono lontane come il giorno e la notte.
Osservando la vostra carriera musicale, sorge naturale definirvi una band eclettica. Vi ritrovate in questo termine?
È un gran complimento. Sicuramente l’intento è quello! Il tentativo, infatti, è progredire senza limiti di genere e cercare di non annoiarci! Questo a volte rende più difficile il prodotto finale ma non sappiamo fare diversamente!
Vi attende un’estate all’insegna dei live?
Sì, abbiamo in programma una serie di concerti in Italia nei prossimi due mesi… e siamo già all’opera per organizzare nuove trasferte europee già da settembre/ottobre… incrociamo le dita e speriamo di poterle presto annunciare!
Intervista a cura di Cinzia Canali