Il nuovo album di Giulia Villari si intitola Real e segna un nuovo passo nella carriera musicale dell’artista. Ampliate le proprie conoscenze musicali, in questo lavoro Giulia si è sentita più libera e sicura di scrivere offrendoci, quindi, un’immagine “reale” di ciò che è lei oggi e dell’approccio con cui guarda certi aspetti della vita.
“Real” è il frutto di un’evoluzione. In che modo ti senti cresciuta artisticamente?
Sicuramente ho consolidato e ampliato le mie conoscenze musicali ed ho acquisito più sicurezza, sia in fase di scrittura, che sul palco. Riguardo a quest’ultimo punto, ho imparato tantissimo suonando da sola chitarra e voce, come ho fatto a lungo prima di ritornare accompagnata dalla band per questo disco: ho dovuto trovare il modo di affrontare il pubblico e catturarlo con la mia voce e la mia presenza, e ciò mi ha aiutato – costretto anche – a tirare fuori tutte le mie capacità.
Quanto è importante la sperimentazione nel tuo lavoro?
Non si sperimenta mai abbastanza dal mio punto di vista. Credo sia necessario porsi oltre i propri limiti e cercare di andare al di là di ciò che è già conosciuto. Nella musica, come per il resto delle cose che facciamo.
In questo album trovo che i rapporti umani visti da varie angolature siano alla base dei vari brani. Sei d’accordo?
Sì. Penso di essere finalmente riuscita a verbalizzare una formula: nei brani che scrivo cerco di creare, attraverso la mia sensibilità, con musica e parole, delle immagini che abbiano la capacità di comunicare agli altri.
Sante Rutigliano e Simone Prudenzano che tocco hanno apportato a “Real”?
Sante è il produttore di questo disco, e non solo: l’ha anche registrato e missato. Io e Simone abbiamo dato il nostro contributo all’arrangiamento di alcuni pezzi, in particolare, Simone è stato fondamentale per i due singoli ‘Almost August’ e ‘Different’ e io per ‘Fragile’, che è rimasta esattamente nella forma in cui l’avevo scritta.
Nel 2015 un tuo pezzo, “Coral red”, è stato inserito nella colonna sonora del film di Maria Sole Tognazzi, “Io e Lei”. Qual è stato il primo pensiero di fronte a questa bella notizia?
Sicuramente è stato un pensiero felice! E poi ero molto curiosa di vedere come il montatore aveva interpretato con le immagini la mia canzone.
Quando hai capito che nella tua vita volevi fare musica?
Sono sempre stata fissata con la musica, fin da piccolissima e ho sempre mostrato di avere molto orecchio e musicalità. Il percorso è stato graduale, ed è un po’ venuto da solo il pensiero di poterne fare un mestiere. Di sicuro, il riconoscimento che alcune band e musicisti più navigati di me hanno fatto nei riguardi della mia musica, mi ha aiutato a prendermi sul serio.
Intervista a cura di Cinzia Canali