La consapevolezza di poter godere di un concerto in spiaggia fa già partire la serata con il mood giusto. E’ il 14 luglio e, scansato il pericolo pioggia, il Beky Bay di Bellaria Igea Marina (Rimini) è pronto per accogliere il live di Niccolò Fabi, il primo di una tre giorni di tutto rispetto del Sulla Sabbia, festival organizzato da Lp Rock Events. Location suggestiva, intima senza esagerare e il mare che, se da sotto il palco fatichi a scorgerlo, da sopra deve regalare agli occhi uno spettacolo di incantevole bellezza.
Ad inaugurare il tutto un cantautore romagnolo, Urali, che, al calar del sole e chitarra in mano, ci racconta storie, le sue storie. Canta in inglese e lo fa bene, diretto e sincero, e questa naturalezza arriva alla gente senza bisogno di ulteriori fronzoli.
Sono appena passate le 21.30 quando il protagonista della serata sale sul palco. Insieme a Niccolò la band che lo accompagna da ormai più di un anno: Alberto Bianco, Matteo Giai, Damir Nefat e Filippo Cornaglia. Squadra vincente non si cambia, nemmeno in questo “Diventi Inventi tour” che celebra i 20 anni di carriera del cantautore romano. Una nuova versione de Il giardiniere apre le danze di un concerto assolutamente speciale. Speciale nella sua più studiata essenzialità. Una maglietta bianca, quei famosi capelli indomati e la musica, quella suonata come Dio comanda. Nulla di stravagante, eppure stupefacente.
Un alternarsi di pezzi tratti dal primo disco, risalente al lontano 1997, all’ultimo, “Una somma di piccole cose”. La poesia di Filosofia Agricola o Non vale più. L’intensità di E’ solo un uomo. L’emozione di riproporre un brano che non suonava da 18 anni, Il sole blu, e la prosecuzione con Rosso, uno dei brani più amati dal pubblico.
La musica parla da sé, ma ogni tanto c’è spazio anche per un racconto, per un aneddoto simpatico o significativo. Nell’introdurre la versione al piano di 10 centimetri Fabi spiega, per esempio, il senso di frustrazione provato dopo la pubblicazione dei primi due dischi e il bisogno di registrarne uno diverso che passasse, in parte volontariamente, inosservato. -Come capita spesso nella vita, gli episodi sfortunati sono quelli che ti insegnano di più-. Si continua con E’ non è accolta con un grande applauso e terminata con uno ancora più caloroso per Damir e la sua chitarra.
Ecco, una delle canzoni più difficili da scrivere a detta dell’artista, lascia posto ad un’altra, –meravigliosamente semplice da scrivere- invece, Le chiavi di casa. Niccolò ha questo potere. Un minuto piangi, l’altro guardi le stelle e sorridi. Una vita intera racchiusa in due ore.
Bellissima Una mano sugli occhi e commovente la versione in solo de Il negozio di antiquariato…il tesoro è alla fine dell’arcobaleno e cantarlo in coro aiuta a imprimerlo meglio nella mente. L’ultima parte del concerto vede un susseguirsi di mani in alto, di voci, la sinergia totale sopra e sotto il palco. Una buona idea, Costruire, un saluto all’amico Max Gazzè prima di intonare Vento d’estate, la magia di trovare un ritmo comune con Offeso e l’apoteosi su Lasciarsi un giorno a Roma. Tante anime e un grande unico abbraccio.
Nel bis c’è spazio per la delicatezza di Facciamo finta, ma soprattutto per un duetto con Bianco su Mela, brano del cantautore torinese che su quel palco riesce a passare da uno strumento all’altro con una facilità sorprendente. Talento vero. Capelli e Lontano da me salutano un Beky Bay gremito e visibilmente emozionato.
L’autenticità di un artista che ammette di suonare solo le canzoni che sente. L’intelligenza di chi non ha timore di rivelare il lato più sensibile. La delicatezza di colui che riesce a pugnalarti lo stomaco per poi farti tornare a respirare a pieni polmoni.
Avete giusto qualche giorno per riprendervi da cotanta magnificenza. Venerdì prossimo, 21 luglio, il Sulla Sabbia vi aspetta numerosi e sorridenti per il live di Levante. Stessa spiaggia, stesso mare.
Report a cura di Cinzia Canali