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Belize - Graffiti
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No Review

No Review – I “Graffiti” dei ≈ Belize ≈ colorano corso Buenos Aires, e non solo

Inevitabilmente assurti ad una discreta notorietà grazie alla recente partecipazione ad X-Factor, i varesini ≈ Belize ≈ hanno subito messo in chiaro di avere dalla loro numeri e qualità, proponendo i loro brani con un personalissimo stile “urban wave”.

Figlia dell’era digitale, questa band propone una musica fatta di sonorità wave crepuscolari ispirata alla scena trip-hop di Bristol e ad alcuni momenti del capolavoro “Ultra” dei Depeche Mode, ricca di atmosfere urbane che rievocano immagini di edifici ora futuristici ora diroccati, visti attraverso quelle luci fredde Led che ormai da qualche tempo hanno progressivamente sostituito le lampade a incandescenza, cambiando l’atmosfera e le percezioni delle notti cittadine.

Il trio composto da Riccardo Montanari (voce e tastiere), Mattia Tavani (chitarra), Federico Scaglia (batteria) porta sulla scena italiana il secondo lavoro “Graffiti”, nel quale confermano quanto promesso nelle opera precedenti, ammiccando maggiormente al mondo dell’hip hop di qualità grazie ad un paio di “feat.” Illustri che coinvolgono Mecna e Generic Animal.

L’approccio di “Graffiti” – sempre prodotto da Ghost Records – suona, se vogliamo, in maniera assai più “easy” rispetto al precedente “Spazioperso”, prediligendo la musicalità dei testi senza tuttavia rinunciare al prezioso background musicale di questi tre ragazzi, orgogliosi della propria personalità musicale.

I 38 minuti dell’album scorrono con piacere, regalando un ascolto sempre interessante e di ottima qualità: se i due single “Pianosequenza” e “Buenos Aires Pt.2” ci presentano la band nel suo aspetto potenzialmente più radiofonico e solare, seppur si stia pur sempre parlando del tenue sole delle albe di città, nel susseguirsi dei brani, efficaci sia seguendo la tracklist, sia in shuffle, ci troviamo di fronte a pezzi più grintosi come il rap di “Non aprite quella porta”, dove i nostri accompagnano con un’energica dance il ruvido cantato di Mecna, l’ouverture quasi neoromantica di “A Lei”, altro potenziale single tratto dall’album, oppure ancora “Graffiti”, “Fisher Price” e “Brotherhood”, brani carichi di suggestione nei quali il trio dimostra di non avere affatto rinunciato a quelle sonorità puramente notturne che ce li hanno fatti apprezzare all’esordio.

La vita di città, quando si spengono le luci degli uffici, rimane solo quella di strade e locali pubblici, visti attraverso gli occhi curiosi di tre ragazzi alla ricerca delle suggestioni più particolari, fatte di chiaroscuro,  invece di puntare agli aspetti più appariscenti ed eccentrici delle notti del capoluogo.

Una gradita conferma che, per alcuni aspetti legati alla loro visione malinconica eppure incantevole di città e gioventù made in Italy, mi spinge ad accostare il loro lavoro a quanto realizzato – e giustamente osannato – dai Coma_Cose, dei quali attendiamo con ansia l’esordio, dei quali possono rappresentare una visione complementare del mondo odierno.

Non semplici “Graffiti”, ma un’opera multiforme già matura che merita di essere scoperta da un pubblico sempre maggiore.

Tracklist:

  1. A lei
  2. Pianosequenza 
  3. Buenos Aires Pt. 1
  4. Iride
  5. Non aprite quella porta (feat. Mecna)
  6. Graffiti
  7. Fisher Price
  8. Buenos Aires Pt. 2
  9. Barca feat. Generic Animal
  10. Nuovo cinema normale
  11. Superman
  12. Brotherhood

 

Belize

IslBG

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