Le notti in bianco se da un lato si rivelano deleterie, dall’altro possono trasformarsi addirittura in momenti di creatività e produttività. Ed è proprio nel silenzio delle ore notturne che ci si immagina siano nati i brani dell’album d’esordio di Elisa Giorello, in arte Lisa Giorè, intitolato Le vie dell’insonnia.
Dieci brani introspettivi, arrangiamenti raffinati e parole che sono la vera arma vincente. Testi ben fatti, intelligenti, mai scontati, alle volte ermetici. Un esordio sicuramente non convenzionale, dalle tonalità scure, invernali, che merita un ascolto accurato per essere recepito e apprezzato nella sua interezza.
L’album si apre con Lo stato attuale delle cose, un mix di blues e swing e cambi di tempo che danno al brano un ritmo coinvolgente. In Aria di tempesta si manifesta bene quel clima freddo e grigio che rappresenta l’intero album, “un cielo troppo pallido non riesce a trattenere un sole bianco e livido che vuole tramontare”, un brano in cui si racconta quel senso di smarrimento conseguente ad un lutto. La crudeltà di certe parole che possono pesare più di un macigno e il vuoto che si avverte dopo una sconfitta in Sabbia, in cui chitarre e piano sembrano proprio librarsi nell’aria con la leggerezza della polvere.
Danza macabra, brano surreale e ipnotico che ci trasporta indietro nel Medioevo, con flauti che danno una forte impronta folk. Poesia e malinconia in Settembre, l’arrivo dell’autunno e la “morte” dell’estate come metafore di una vita che perde man mano la propria indipendenza. Piedi che tengono il ritmo invece, un ritmo quasi scanzonato, e il racconto di una storia d’amore complicata in Scarse prospettive, primo singolo estratto dall’album.
Parlo di te, forse il pezzo meno originale del disco, una ballad in cui si parla di una coppia che ha avuto la tenacia e il desiderio di andare oltre ai difetti di ciascuno e agli ostacoli. Di tutt’altro registro Dracula, atmosfere cupe, passaggi strumentali degni di nota e la figura di questo personaggio che succhia il sangue delle sue vittime. Dove finisce la favola e inizia la realtà?
“Il silenzio non esiste, è solo figlio del rumore, del tempo ammutolito che fa correre le ore”…delicata e introspettiva Il contrario del silenzio. Le vie dell’insonnia si conclude con L’effetto del vento, altrettanto delicato ma con l’aggiunta di synth, percussioni elettroniche e la voce di Lisa effettata.
Un disco di matrice pop che sa spaziare dal folk, allo swing, all’elettronica e nel quale ogni brano è una storia a sé. Decisamente un lavoro degno di un orecchio sensibile e attento.