Live painting realizzati dal vivo da Andrea Spinelli durante la presentazione di “Supereroi” a Milano.
Un folk rock da guerra per il ritorno dei Pan Del Diavolo, i supereroi saranno anche disillusi e con gli occhi rossi, ma strepitano e non si nascondono dietro suoni troppo ricercati, sono immediati, potenti e genuini.
Le collaborazioni e le aspettative per Supereroi, nuovo album del duo folk-blues-rock, erano tantissime e alla fine il risultato è buono ma non eccelso, tranne che per alcuni pezzi notevoli. “Tornare da Te” è uno di questi, non a caso è stato il primo singolo che ha presentato il disco. Il pezzo è una vera fiammata piena di vitalità e cattiveria; anche “Aquila Solitaria” è un pezzo catalizzante con un riff capace di viaggiare nella canzone e accompagnarla dritta nelle nostre orecchie.
La loro capacità più grande è quella di proporre idee, tutto sommato non modernissime, con una grande intelligenza: il rischio più grande nel tenere l’acceleratore premuto durante tutto il disco è quello di sfinire l’ascoltatore.
Il lavoro tuttavia propone un’assoluta coerenza con quella che è la storia della produzione artistica del duo palermitano: a più di dieci anni dalla nascita del gruppo l’attenzione è puntata sulla continua tensione nei pezzi tra gli spaccati di vita reale e il simbolismo poetico nei testi dell’album.
Il gruppo è rappresentante di una sorta di Sturm und Drang tutto italiano e tutto in chiave musicale: la tempesta e l’impeto ci sono, il titanismo di un duo che non si arrende alle logiche di suoni strettamente contemporanei c’è e infine c’è quello spirito ribelle tanto caro agli studiosi della fine del ‘700.
A simboleggiare l’unione “mistica” in un vero movimento musicale c’è la presenza di molti musicisti provenienti da tante realtà come TARM, Vincenzo Vasi, Umberto Maria Giardini e Piero Pelù, vero vate per il duo in questo lavoro.
Supereroi esprime una costanza di suono e cura finora mai esibita, in queste dosi, negli altri lavori dei Pan Del Diavolo.
Dal brano “Mondo Al Contrario” in poi il disco diventa un racconto di un viaggio tra l’immaginario e il reale, sembra di sentire l’eco di Rimbaud durante la sua fuga in Etiopia: “Sought voyages, to disperse enchantments that had colonized my mind. My life would always be too ungovernable to be devoted to strength and beauty”. L’album si chiude con Gravità Zero che, idealmente, chiude il viaggio terreno e fa partire un’esplorazione interstellare nello spazio profondo.
Il Pan Del Diavolo, con Supereroi, ha dimostrato di essere un gruppo ponte tra simbolismo, impeto e war-folk, dove la guerra è intesa non come puro esercizio di violenza, ma come sinonimo di libertà con se stessi.
Complessivamente il disco ha un sound deciso e riconoscibile, forse mancano alcune ambiguità che avrebbero reso tutto più interessante: la gabbia musicale costruita minuziosamente dal duo rischia di chiudersi troppo su se stessa.