Non si può non far riferimento da subito allo spleen di Baudelaire, quella famosa malinconia da cui Alea, l’artista in questione prova a sfuggire con l’album d’esordio Spleenless.
Jazz, soul, blues si muovono ben equilibrati in questo disco, registrato in presa diretta e scritto da Alessandra Zuccaro (vero nome dell’artista) insieme all’arrangiatore e pianista Pasquale Carreri. “Spleenless” è un toccasana per chi vuole liberarsi da tutti quegli schemi mentali che spesso non permettono di vivere la vita che si vorrebbe. Alea riesce ad affrontare tematiche comuni come il disagio esistenziale e la ricerca di se stessi mantenendo sempre toni leggeri.
Si parte da Never better, singolo di lancio, in cui italiano e inglese si uniscono per raccontare le riflessioni di una donna sul passato e sul presente; per poi continuare con Dentro me, brano già conosciuto, presentato, insieme al cortometraggio “AnnA”, al festival di Venezia del 2012 e qui riproposto in una versione r&b. Relais è ironia, voglia di evadere e blues allo stato puro. Una vera dichiarazione d’amore quella di Alea alla Musica nel quarto brano della tracklist in cui traspare tutta la precisione vocale dell’artista.
Amore cercato è un concentrato di poesia, grazie al duetto col padre, al dialetto pugliese, alla magia creata dalla fisarmonica di Vince Abbracciante e a quel ritornello che fatichi a dimenticare…“meglio un amore pure d’inferno che un deserto che ti asciuga lento”. Si ritorna al tema principale, al fil rouge del disco, lo spleen, e a quel cercare una scappatoia da esso in Non c’è pace. Non solo una bellissima voce, ma anche un’ottima interpretazione, delicata ed elegante rendono omaggio alla cover di Quincy Jones, Miss celie’s blues.
Motivetto, il pezzo più ritmato, è una filastrocca che si fa largo per le vie della città e invita tutti a cantare; la musica che unisce. Forti influenze jazz e improvvisazione stilistica nel nono ed ultimo brano, Cercando, in cui Alea accompagna l’ascoltatore in quella continua ricerca di sè sulle basi di un futuro spesso troppo incerto.
Un lavoro che mette in mostra le doti vocali di Alessandra e la sua capacità di muoversi agilmente tra diversi generi e che, soprattutto, sa rapire chi ascolta grazie al messaggio sincero e diretto che si evince da ogni brano.
Recensione a cura di Cinzia Canali