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The Soft Moon – Exister [Recensione]

Luis Vasquez arriva al quinto album in studio “Exister”, pubblicato il 23 settembre per Sacred Bones, col suo progetto The Soft Moon.
Ho qualche dubbio su questa nuova uscita discografica, dato che attendo un’intervista proprio con l’autore di quest’opera, ma cercherò di individuarne le caratteristiche principali provando a buttare giù due righe: al solito non si tratta di una vera e propria recensione, ma di quello che ho percepito nell’ascoltare questo disco.
Luis Vasquez sicuramente fa un uso sconsiderato di drum machine per caratterizzare al meglio la parte più buia e inquieta dell’album; alle volte fa riferimenti evidenti ai Nine Inch Nails: è un po’ come se l’artista si trovasse in bilico tra due mondi.
Difatti, in questo nuovo lavoro discografico, non ci sono solo ombre, ma, anche grazie alla voce quieta e armoniosa dell’artista, troviamo alcuni punti più luminosi che cercano di trovare una via di scampo da quel mondo piuttosto cupo, infernale, descritto in alcune tracce di “Exister”.
Quello che mi lascia un po’ di amaro in bocca è questo stare in bilico tra due opposti: da un lato è sicuramente affascinante questa lotta tra le due personalità dell’artista; dall’altro, l’ascoltatore vorrebbe trovare una risposta, una certezza definitiva, su come vada a finire la storia di Soft Moon.
Mi viene da pensare che questa “indecisione” sia prettamente voluta da Vasquez che costruisce questo progetto tra tagli netti nelle sonorità: esplosioni improvvise, squarci minacciosi molto vicini alla Dark Wave e una drum machine quasi soffocante e perpetua, che si scontrano violentemente con sonorità brillanti, vocalizzi più melodiosi, anche se a tratti quasi spettrali, e una luce legata ai synth.
Questo scontro di effetti e sensazioni descrivono molto bene l’animo dell’artista che propone questo quinto lavoro in studio: Soft Moon cerca di analizzarsi, di entrare in maniera più approfondita nel suo animo, anche se alle volte è molto brutale e critico nei suoi stessi confronti.
Soft Moon resta in bilico tra due mondi e quest’aspetto è parecchio suggestivo a livello psicologico: la sua espressività è incisiva e diretta, senza fronzoli.
Nonostante sia un buon album e, in un certo senso, riesca a garantire maggior sicurezza a Vasquez, quest’amaro in bocca non va via nemmeno dopo molteplici ascolti: per il finale della storia, quindi, occorre aspettare ancora.

Recensione a cura di Teresa Fabozzi

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